Superbonus, arredi e barriere architettoniche arretrano
24 GENNAIO 2024
Superbonus, mobili e barriere architettoniche. Questa in buona sostanza la triade di agevolazioni fiscali per la casa su cui si concentrano le novità del 2024. Sul resto del panorama relativo ai bonus casa con data di scadenza al 31.12.24 – vedi i classici 50 e 65% su ristrutturazioni e risparmio energetico ed inoltre il Bonus verde al 36% e il Sismabonus variabile tra il 70 e l’85% a seconda della tipologia di intervento – l’effetto manovra non è arrivato, lasciando tutto esattamente come prima. Resterebbe giusto da menzionare, ma per puro scrupolo di cronaca, l’assenza oramai consolidata del Bonus Facciate, che ha smesso di essere valido già da un anno, ossia a partire dal 1° gennaio 2023. Quindi vediamo quali novità, esattamente, porta il 2024 su Bonus Mobili, Superbonus e barriere architettoniche.
Bonus Mobili 2024: tetto di spesa da 8.000 a 5.000 €
Sul Bonus Mobili, come già abbiamo scritto in precedenza, la sola novità riguarda l’ulteriore decalage sul tetto massimo di acquisti ammessi alla detrazione, che rispetto agli 8.000 euro fissati nel 2023 (erano 10.000 nel 2022), si abbassa quest’anno a 5.000, con l’effetto conseguente di abbassare da 4.000 a 2.500 euro la detrazione massima effettiva (50% della spesa) che potrà essere ottenuta per acquisti effettuati nel 2024.
Superbonus 2024 dal 90 a 70%, ma per alcuni lavori resiste il 110.
Capitolo Superbonus. Qui ovviamente il discorso si fa un po’ più ampio. Anzitutto il dato evidente è quello che emerge dal percorso di normalizzazione e ridimensionamento di un bonus che prima faceva terra bruciata intorno per le proporzioni della sua convenienza economica: al primo passo che ha portato lo scorso anno il calo della formula del 110 al 90%, segue adesso l’ulteriore passo indietro dal 90 al 70%, con l’orizzonte, per il 2025, di un nuovo abbassamento al 65%, che in definitiva equivarrebbe a una sostanziale “sparizione” di un bonus tutt’altro che super.
Ci sono però due ambiti dove il 110 resisterà fino a tutto il 2025, ovvero quelli del Terzo settore e delle zone sismiche. I lavori quindi eseguiti su immobili inclusi nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4, da parte di ONLUS, Organizzazioni di Volontariato (ODV) e Associazioni di promozione sociale (APS) regolarmente iscritte nei registri delle organizzazioni di utilità sociale, più quelli di ricostruzione a seguito degli eventi sismici post 2009 nelle aree in cui era stato dichiarato lo stato d’emergenza, potranno usufruire della maxi detrazione non solo per quest’anno ma anche l’anno prossimo.
Superbonus 110 su villette e condomini
C’è poi il confine del 31.12.23, entro il quale il 110% – che dunque porterà effetti dalle dichiarazioni di quest’anno – è rimasto valido sia per i lavori condominiali (ma a certe condizioni), che sugli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti e autonome (tra cui le “famose” villette), a condizione però che alla data del 30 settembre 2022 avessero già raggiunto una percentuale di completamento pari almeno al 30%, ed infine anche sulla demolizione e ricostruzione degli edifici per i quali al 31.12.22 risultasse presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abitativo.
Superbonus in 10 anni nel 730/2024
Altra cosa da ricordare, che non c’entra con le novità 2024, ma riguarda sempre il Superbonus, e sempre con effetti fiscali a partire dal 2024: il 730 di quest’anno infatti (per fissare un appuntamento contattate già adesso CAF ACLI) sarà quello in cui i contribuenti che hanno affrontato spese di Superbonus nel 2022 – quando ancora era attestato sull’aliquota del 110 – dovranno iniziare a dichiararle per usufruire della possibilità, introdotta in via eccezionale, di detrarlo in 10 rate annuali anziché nelle 4 canoniche previste appunto per il Superbonus. Il legislatore, col Decreto Cessioni dello scorso anno, aveva creato questa sorta di corsia preferenziale per andare in contro a quanti, magari con redditi e imposte troppo basse per reggere l’urto di una maxi detrazione diluibile in soli quattro anni, avrebbero così potuto applicarla con rate più contenute e in un tempo decisamente più lungo, ma almeno per intero, invece che perderne delle quote pesanti per strada.
Bonus barriere architettoniche: alcuni lavori non più detraibili
Resta da vedere il Bonus barriere. I cambiamenti in questo caso non intervengono sulla “generosità” della detrazione, che resta invariata al 75% fino al 31 dicembre 2025, ma sul suo raggio d’azione, che dallo scorso 30 dicembre (entrata in vigore del DL 212/2023) ha perso una fetta significativa di lavori sui cui il bonus era stato applicabile fino a quel momento, e cioè gli infissi. Quindi, se fino al 29 dicembre erano ammessi nel 75% anche gli interventi di automazione degli impianti e la sostituzione di finestre, porte e pavimenti, dal 30.12.23 il bonus ha ristretto il concetto di “barriera” premiando soltanto gli interventi che hanno per oggetto scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.
Luca Napolitano
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