Sui frontalieri “sdoganata” la doppia tassa italo-svizzera
12 APRILE 2024
Col 2024 è partita la nuova era dei frontalieri Italia-Svizzera. L’accordo bilaterale, già pubblicato a suo tempo nella Gazzetta n. 151 del 30 giugno 2023 – poi ufficialmente entrato in vigore dal 17 luglio 2023 – è divenuto comunque operativo dal 1° gennaio. Si tratta uno step epocale, con cui la tassazione degli italiani residenti in fascia di frontiera, che fanno la spola con la “dirimpettaia” Svizzera, si lascia alle spalle il precedente sistema “contro le doppie imposizioni” che durava ormai dal 1974. Il 17 luglio 2023 è dunque la data spartiacque per distinguere tra gli uni e gli altri, in pratica tra i vecchi frontalieri – quelli per cui resterà in piedi la tassazione tradizionale applicata esclusivamente in Svizzera – e quelli nuovi, per cui varranno ovviamente le nuove regole. Dopodiché, fiscalmente parlando, l’applicabilità vera e propria dell’accordo è appunto scattata dal 1°gennaio 2024.
Frontalieri Italia-Svizzera: come cambia l’accordo
La nuova intesa, che sarà sottoposta a riesame ogni cinque anni, introduce (come avviene anche per gli altri accordi con gli stati esteri) la cosiddetta tassazione “concorrente”, salvaguardando comunque il reddito del lavoratore dalla doppia imposizione grazie al meccanismo del credito d’imposta applicato in Italia nella misura delle tasse pagate all’estero. Per di più l’accordo prevede l’ampliamento da 7.500 a 10.000 euro della “no tax area” italiana per i redditi di lavoro dipendente.
Intesa fiscale Italia-Svizzera: chi sono i nuovi frontalieri
Entriamo allora un po’ più nel dettaglio della questione. Anzitutto chi sono i frontalieri. L’accordo identifica il lavoratore frontaliere nella persona fisica che:
- risiede fiscalmente nei comuni italiani i cui territori ricadono per intero o anche solo parzialmente in una fascia di 20 km dal confine con l’altro Stato contraente (in tal caso appunto la Svizzera);
- svolge un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera dell’altro Stato contraente per un datore di lavoro o una stabile organizzazione residente a sua volta nell’altro Stato;
- ritorna per lo più quotidianamente nel proprio Stato di residenza (se il lavoratore, per motivi professionali, non rientrasse al proprio domicilio per un massimo di 45 giorni in un anno civile, lo status di frontaliere non verrebbe comunque meno).
Questo dunque l’identikit del contribuente. Ora, sulla base di queste caratteristiche, a seconda di quando è entrato (o entrerà) nel mercato del lavoro come frontaliere – quindi se dal 17 luglio 2023, giorno di entrata in vigore della nuova intesa, o prima –, il lavoratore verrà definito come vecchio o nuovo frontaliere, e di conseguenza, da questa linea di demarcazione, dipende il suo trattamento fiscale a partire dal 1° gennaio 2024.
Nuovo accordo frontalieri Italia-Svizzera: come funziona
Trattamento che per i “vecchi” frontalieri, che lo erano già alla data del 16 luglio 2023, continuerà a basarsi sulla tassazione nel solo stato svizzero del reddito conseguito nella fascia territoriale dei cantoni Ticino, Grigioni e Vallese. Chi invece è diventato (o diverrà) frontaliere a partire dal 17 luglio 2023, rientra nel nuovo regolamento, che prevede, a differenza dell’univoca tassazione svizzera, una tassazione concorrente italo-elvetica in questi termini:
- in Svizzera verrà applicata l’imposta nella misura ridotta dell’80% anziché al 100%;
- in Italia, sui redditi al di sopra dei 10.000 euro annui, verrà pagata l’imposta al netto di quella già pagata allo stato elvetico (in termini pratici, se in Svizzera ho pagato 100 e all’Italia devo 120, pagherò solo quei 20 che “superano” l’imposta elvetica).
Va poi aggiunto un elemento in più. All'interno dell'accordo è stata infatti ritagliata una nicchia specifica di lavoratori che anche se dovessero diventare frontalieri dal 17 luglio 2023 in poi, potrebbero comunque mantenere la vecchia tassazione al posto della nuova. Ciò accadrebbe se questi lavoratori, pur essendo sprovvisti delle caratteristiche di frontalieri prima dello scoccare del nuovo accordo, lo sono comunque stati nel periodo fra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023. Per fare un esempio: se un lavoratore, che è stato frontaliere per tutto il 2020, cessando poi di esserlo, lo ridiventasse dopo il 17 luglio 2023, ritroverebbe la stessa tassazione che aveva lasciato nel 2020, quindi il suo reddito conseguito in Svizzera tornerebbe a essere tassato unicamente dal fisco elvetico e non anche in Italia.
Nuovo accordo frontalieri Italia-Svizzera: quando parte
Tutto questo che effetti pratici ha? Parlavamo prima di “applicabilità dell’accordo” dal 1° gennaio 2024. Cosa vuol dire? In pratica per chi fosse diventato frontaliere dopo il 16 luglio 2023, sui redditi conseguiti in Svizzera nel periodo 17 luglio – 31 dicembre 2023 verrà comunque applicata la vecchia tassazione secondo il precedente accordo. Sui redditi invece conseguiti a partire dal gennaio 2024 scatterà appunto la nuova tassazione, quindi le aziende svizzere hanno cominciato di fatto dal 1° gennaio a trattenere l’80% dell’imposta sugli stipendi dei nuovi frontalieri, dopodiché il lavoratore, sul “versante” italiano, a partire dalla dichiarazione 2025 (redditi 2024) pagherà l’IRPEF dovuta, scorporando però la tassa già pagata in Svizzera.
Luca Napolitano
Serve aiuto? Consulta l’archivio delle FAQ o fai una domanda ai nostri esperti.
Trova le risposte