11 GIUGNO 2025
Ok del Senato sul Decreto IRPEF che dà una risistemata al calcolo degli acconti 2025. Il testo, già in vigore dal 23 aprile dopo il varo in Cdm e la successiva pubblicazione in Gazzetta, dovrà adesso trovare l’approvazione definitiva alla Camera entro il 22 giugno. In buona sostanza i 2 articoli del decreto mettono ordine al disequilibrio che si era creato nei passaggi della riforma IRPEF tra il 2023 e il 2024, con la riconferma poi – nella Legge di Bilancio 2025 – delle regole “transitorie” adottate nel 2024. Adesso dunque, col nuovo decreto che si avvia alla conversione in legge, viene ufficializzato il prelievo degli acconti 2025 sulla base delle tre aliquote previste nella manovra 2025: praticamente le stesse introdotte dal 1° gennaio 2024, solo appunto passate da transitorie a strutturali da un anno all’altro:
Scaglioni reddito
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Aliquota
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Fino a 28.000 euro
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23%
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Oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro
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35%
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Oltre 50.000 euro
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43%
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La questione nasce dalla norma contenuta nel decreto 216/2023 (art. 1, quarto comma) secondo cui “nella determinazione degli acconti dovuti (…) per i periodi d'imposta 2024 e 2025 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando le aliquote Irpef (23%, 25%, 35% e 43%
ndr) vigenti al 31 dicembre 2023”. Traducendo in breve: sebbene a partire dal 1° gennaio 2024 l’IRPEF sia passata da quattro a tre aliquote (in pratica accorpando le prime due aliquote al 23 e 25% in una sola al 23%, e lasciando invariate le altre due al 35% e 43%), restava da fare i conti col decreto 216/2023 secondo il quale per il calcolo degli acconti 2025 si sarebbero comunque dovute applicare le vecchie quattro aliquote del 2023.
Sono stati i CAF nei mesi scorsi, quando ci si apprestava a programmare la nuova campagna fiscale 2025, a mettere in luce quest’anomalia, che di fatto avrebbe portato alla stortura di due sistemi di calcolo coesistenti nei 730/25: da una parte gli acconti 2025 basati appunto sulle quattro aliquote datate 2023, mentre dall’altra un saldo 2024 calcolato invece con le nuove tre aliquote in vigore dall’anno scorso. Per altro un simile meccanismo si sarebbe portato dietro – parole del MEF – “un maggior carico fiscale per i lavoratori dipendenti che verrebbero gravati dell’onere di versare l’acconto IRPEF per l'anno 2025 anche in mancanza di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto”.