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La delega è legge: riforma fiscale entro un anno

 
03 MARZO 2014

“Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”. Sono queste le parole che sanciscono la nascita del nuovo Fisco italiano. È stata infatti approvata la settimana scorsa alla Camera la cosiddetta “legge delega”, che conferisce appunto al Governo presieduto da Matteo Renzi il potere di adottare nuove misure normative per rinnovare, e in alcuni casi rivoluzionare, gli assi portanti del nostro sistema fiscale. Scorrendo fra i 16 articoli che compongono il testo (presentato a suo tempo dalla squadra di Monti), si va da un Catasto nuovo di zecca (uno dei punti che si annunciano più complessi) e al fondo taglia-tasse finanziato coi proventi della lotta all’evasione; dalla semplificazione degli adempimenti fiscali a un riordino completo delle forme di agevolazione; dal potenziamento degli strumenti investigativi all’approvazione di una legge nazionale sull’abuso di diritto, fino alla revisione del sistema penale e sanzionatorio in materia di tributi.

Ovviamente nulla cambierà dall’oggi al domani. Le riforme, da un punto di vista fattivo, richiederanno del tempo. Soltanto per quella riguardante il Catasto, ad esempio, ci vorranno come minimo quattro anni, “stando alle stime fatte all’inizio della discussione sulla delega”, riportava giorni fa il Sole 24 Ore. I tempi “legislativi”, invece, saranno molto più serrati, visto che la procedura della delega prevede un orizzonte complessivo di 12 mesi per approvare l’intera riforma. Più nell’immediato il Governo avrà quattro mesi di tempo per varare il primo provvedimento. Ogni decreto, poi, dovrà essere esaminato e approvato dal Parlamento nell’arco di un mese. Tra gli obiettivi della riforma vi è anche il contrasto ai fenomeni evasivi-elusivi (il cosiddetto “abuso di diritto”) e la ricerca di un rapporto di fiducia col contribuente (lo stesso “fisco amico” di cui anche Renzi ha parlato nel discorso di insediamento al Senato). Vediamole, quindi, le voci principali del testo appena approvato.

Catasto – È uno dei piatti forti della legge-delega, contenuto nell’articolo 2. Una vera e propria riforma nella riforma. Il Catasto del futuro poggerà su sistemi di calcolo completamente nuovi, ma per vederlo ultimato ci vorranno anni. Si tratterà, in pratica, di sostituire le vecchie rendite catastali, tutt’oggi in uso, con valori patrimoniali che si avvicinino quanto più possibile ai reali prezzi di mercato. Così facendo i valori immobiliari saranno monitorati costantemente e aggiornati ogni tre anni, e la mappatura degli immobili avverrà attraverso una classificazione suddivisa per aree territoriali omogenee. Unità di misura per il calcolo del valore non sarà più il classico “vano catastale” ma la metratura dell’immobile, quindi la sua effettiva estensione, e il risultato finale sarà comunque frutto della convergenza di più fattori, quali le caratteristiche edilizie e la localizzazione del fabbricato (clicca qui per saperne di più).

Controlli anti-evasione – L’articolo 3 prevede la possibilità di sottoporre a controlli più stringenti i fenomeni di evasione legati ai principali tributi, attraverso l’incrocio fra i dati sulla contabilità nazionale, cioè la somma di tutte le attività economiche svolte nel Paese, e quelli in possesso dell’anagrafe tributaria, che invece riguardano le posizioni fiscali dei singoli contribuenti. A questo proposito potrebbe essere istituita una sorta di commissione indipendente, formata da esperti sia dell’Istat che dell’amministrazione finanziaria, chiamata a redigere un rapporto annuale sull’entità dell’evasione rilevata. Sull’anti-evasione interviene poi l’articolo 10 che, pur rilanciando il potenziamento delle attività di controllo, garantisce anche la riduzione degli ostacoli al normale svolgimento dell’attività economica del contribuente indagato, fino a che non sia stata definita una procedura di accertamento. È prevista inoltre una maggior estensione dell’obbligo di tracciabilità sui pagamenti.

Erosione fiscale – Quello sulle “tax expenditures” (articolo 4) è un altro dei punti fondamentali della riforma. La delega, in pratica, ha “mappato” più di 700 agevolazioni fiscali, che andranno per forza di cose ridotte, in quanto ogni anno incidono per svariati miliardi in termini di mancato incasso erariale. Fatti salvi gli sgravi più importanti (lavoro dipendente, pensioni, casa, familiari a carico e così via), si tratterà ovviamente di depennare dalla lista quelli più inutili perché ingiustificati, superati o magari duplicati.

Riduzione Irpef – I maggiori incassi derivanti dal taglio degli sconti fiscali e dalla lotta all’evasione andranno a contribuire al “Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale”. Sarà un fondo appunto “strutturale”, cioè duraturo nel tempo, e ne godranno probabilmente i contribuenti collocati nel primo scaglione Irpef (da 0 a 15mila euro), la cui aliquota impositiva dovrebbe ridursi dal 23 al 20 per cento.

Abuso di diritto – Allo scopo di uniformare la legge italiana alle disposizioni comunitarie e internazionali, sarà introdotta (articolo 5) una legge nazionale che contrasti il cosiddetto “abuso di diritto”, vale a dire l’utilizzo, oltre il consentito, di comportamenti in teoria leciti, ma finalizzati unicamente al risparmio fiscale non giustificato da valide ragioni economiche. La nuova norma sarà applicabile a tutti i tributi e cercherà dunque di costituire un orizzonte normativo unico, che prescinda dalle sfumature dei singoli casi che sarà chiamata a regolare.

Regimi fiscali – Al fine di agevolare i contribuenti, l’articolo 7 prevede una revisione degli adempimenti fiscali. Saranno quindi eliminati tutti quegli obblighi superflui che risultino di scarsa utilità per l'Agenzia delle Entrate. Sarà inoltre sottoposto a modifiche anche il ruolo degli intermediari, dei sostituti d’imposta e dei Caf, che si vedranno facilitati con il potenziamento degli invii telematici.

Sanzioni – Le parole chiave del nuovo sistema sanzionatorio saranno “predeterminazione” e “proporzionalità”. In parole povere, prevede l’articolo 8, l’irrogazione delle sanzioni verrà calibrata sulla base oggettiva della gravità della violazione commessa. Ciò premesso, l’ipotesi di reato tributario continuerà a essere limitata ai soli comportamenti fraudolenti, simulatori o finalizzati alla creazione e all’utilizzo di documenti falsi (vedi le fatture), di conseguenza all’elusione fiscale non sarà attribuita alcuna rilevanza penale.

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