IVA 2024: traguardo il 30 aprile per evitare sanzioni
19 APRILE 2024
Orizzonte del 30 aprile ormai molto vicino per tutti i titolari di partita IVA che esercitano attività d’impresa, attività artistiche o professionali, salvo determinate esclusioni, e che devono presentare annualmente la dichiarazione in via telematica all’Agenzia delle entrate, direttamente o tramite intermediari abilitati (CAF ACLI è disponibile al servizio).
Dichiarazione IVA entro quando va presentata
L’adempimento della Dichiarazione IVA scade come detto il 30 aprile 2024. Come ogni anno sono valide in ogni caso anche le consegne effettuate nei novanta giorni successivi al termine ordinario, ma sconteranno ovviamente le sanzioni previste dalla legge. La scadenza rappresenta anche il limite entro cui esercitare la detrazione per l’imposta assolta nel 2023. Quindi entro il 30 aprile è possibile esercitare il diritto alla detrazione IVA per gli acquisti di beni e servizi il cui diritto è sorto lo scorso anno e le cui fatture sono state ricevute entro il 31 dicembre 2023.
Dichiarazione IVA: chi ha l’obbligo di farla
L’appuntamento annuale riguarda tutti i contribuenti esercenti attività d’impresa, attività artistiche o professionali, anche in forma associata, titolari di partita IVA. Sono esclusi dalla presentazione del modello determinati soggetti, che nonostante siano in possesso di una valida partita IVA, non sono tenuti all’adempimento in base alle disposizioni normative, come ad esempio i contribuenti che per l'anno d'imposta hanno registrato esclusivamente operazioni esenti e i contribuenti forfetari e minimi.
Dichiarazione IVA: che sanzioni sono previste
Non è previsto un termine di consegna della dichiarazione agli intermediari come CAF ACLI che fanno assistenza e dovranno poi provvedere alla trasmissione della stessa, ma solo quello entro cui le dichiarazioni vanno appunto presentate all’Agenzia: 30 aprile. La trasmissione (comunque valida) che viene però effettuata entro novanta giorni dalla scadenza prevede l’applicazione delle sanzioni da 250 a 2.000 euro, a meno che il contribuente, contestualmente alla presentazione tardiva, provveda al ravvedimento operoso.
Se dalla dichiarazione IVA emerge un’imposta non versata si applica la sanzione per omesso versamento, pari al 30% dell’imposta stessa. Anche in questo caso è possibile ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso. Le dichiarazioni invece presentate dopo novanta giorni dal termine ordinario verranno considerate comunque omesse.
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