Dichiarazione tardiva: c’è tempo fino al 28 febbraio
02 FEBBRAIO 2024
C’è ancora uno spiraglio aperto per chi dovesse adempiere all’obbligo della dichiarazione 2023. Se infatti la dichiarazione non viene presentata entro il termine ordinario del 30 novembre, la legge concede comunque 90 giorni extra per mettersi in regola, passati i quali il modello verrebbe considerato omesso. Quindi per evitare l’omissione, la data da cerchiare sul calendario è il 28 febbraio 2024, termine ultimo per la consegna del Modello REDDITI o IRAP 2023 tardivo. Viceversa partire dal 29 febbraio, i modelli non consegnati su cui verteva l’obbligo di trasmissione, verranno appunto considerati omessi, con effetti certamente più pesanti dal punto di vista sanzionatorio laddove l’Agenzia dovesse accertarli.
Dichiarazione tardiva: quando bisogna presentarla
Qualunque dichiarazione 2023 relativa all’anno d’imposta 2022 che avrebbe dovuto essere consegnata tramite 730, REDDITI o IRAP, se trasmessa con un modello tardivo entro il 28 febbraio 2024 (servizio per cui è possibile chiedere assistenza a CAF ACLI) sarà a tutti gli effetti considerata valida da un punto di vista tributario, coi normali effetti fiscali che si generano dalle situazioni di credito o debito, fatti salvi gli interessi e le sanzioni applicati comunque in forma più lieve.
Dichiarazione tardiva: sanzione più bassa col ravvedimento operoso
Nei casi infatti dei modelli tardivi, interviene sempre lo "scudo" del ravvedimento operoso, cioè il mezzo tramite il quale il contribuente dimostra di voler rimediare spontaneamente a una sua inadempienza, col risultato di avere una sanzione più mitigata rispetto al normale, il cui importo varierà a seconda della presenza o meno di imposta nella dichiarazione tardiva.
Dichiarazione tardiva: oltre all’imposta si paga l’interesse
Se allora dalla dichiarazione tardiva non emergesse nessuna imposta dovuta, il conto della sanzione sarebbe presto fatto perché si applicherebbe una multa pari a 1/10 della sanzione ordinaria – 250 euro – in caso di consegna tardiva, cioè in buona sostanza 25 euro di sanzione per effetto del ravvedimento operoso. Nel caso invece la dichiarazione fosse a debito, quindi con imposta dovuta, si dovrebbero versare, oltre all’imposta medesima, anche gli interessi calcolati a partire dalla scadenza ordinaria del 30 novembre, più la sanzione per omesso versamento, calcolata anch’essa a seconda del momento in cui avviene la regolarizzazione tardiva.
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