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Bonus Nido incumulabile con la detrazione per l'asilo

 
31 GENNAIO 2018

Dal 29 gennaio l’Inps ha sbloccato la procedura telematica per poter richiedere il Bonus Nido 2018 tramite il suo portale, oppure, alternativamente, tramite il Contact center ai numeri 803164 (gratuito da rete fissa) e 06164164 (da rete mobile), o tramite enti intermediari. Introdotto un anno fa dalla Legge di Bilancio 2017, che per ampliarne il più possibile la platea di destinatari lo ha svincolato da qualunque soglia selettiva Isee – ragion per cui c’è il rischio concreto che le richieste finiscano per superare la disponibilità degli importi erogabili –, l’assegno (massimo 91 euro per 11 mensilità) correrà in aiuto dei nuclei familiari con bambini nati (o adottati) dal 1° gennaio 2016, ma al tempo stesso comporterà l’incumulabilità con la detrazione al 19% applicata nel Modello 730 sulle spese per la frequenza dell’asilo nido, e tantomeno, in presenza di Bonus Nido potranno essere richiesti i cosiddetti bonus infanzia (voucher baby sitting e contributo asilo nido) che sono infatti tutt’altra cosa.

Ora, se è vero che le richieste potranno essere presentate da adesso fino alla mezzanotte del 31 dicembre 2018, è altrettanto vero che i 250 milioni disponibili per l’anno in corso (mentre nel 2017 erano stati 144) saranno ripartiti “fino a esaurimento scorte” a seconda dell’ordine di presentazione delle domande. In parole povere, come spiegano apertamente le stesse indicazioni dell’istituto previdenziale, “nel caso in cui, a seguito del numero delle domande presentate venga raggiunto il limite di spesa, l’INPS non prenderà in considerazione ulteriori domande”, il che equivale un po’ a dire: chi tardi arriva male alloggia, quindi è meglio muoversi in fretta (l’Inps provvede alla corresponsione del bonus nelle modalità di pagamento indicate dal richiedente nella domanda cioè tramite bonifico domiciliato, accredito su conto corrente bancario o postale, libretto postale o carta prepagata con IBAN).

Cerchiamo allora di capire quali sono i requisiti per potersi sedere al “tavolo” del bonus. Anzitutto un ottimo consiglio potrebbe essere quello di iniziare a mettere da parte già adesso le fatture delle rette pagate per l’asilo da inizio anno. Il contributo infatti sarà erogato dall’Inps al genitore che farà domanda e che presenterà la documentazione che attesti l’avvenuto pagamento della retta per un asilo nido pubblico o privato autorizzato.

In altri termini, informa il portale Inps, “alla presentazione della domanda dovrà essere allegata la documentazione che dimostra il pagamento almeno della retta relativa al primo mese di frequenza per cui si richiede il beneficio oppure, nel caso di asili nido pubblici che prevedono il pagamento delle rette posticipato rispetto al periodo di frequenza, la documentazione da cui risulti l’iscrizione o comunque l’avvenuto inserimento in graduatoria del bambino”. Viceversa “le ricevute corrispondenti ai pagamenti delle rette dei mesi successivi dovranno essere allegate entro la fine del mese di riferimento”.

È inoltre fondamentale, per il genitore che sostiene l’onere della retta, la convivenza col figlio. Alla data di presentazione della domanda, il genitore dovrà essere in possesso dei seguenti requisiti indicati dall’Inps:

  • cittadinanza italiana/UE;
  • permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea;
  • carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza dell’Unione europea;
  • status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • residenza in Italia.

Potranno infine chiedere il contributo anche i genitori di bambini con meno di tre anni che non possono frequentare gli asili nido perché affetti da gravi patologie croniche. In tal caso si tratterebbe di un bonus pari a 1.000 euro erogato in un'unica soluzione al genitore richiedente per le forme di supporto presso la propria abitazione, ma per goderne servirà una certificazione da parte del pediatra nella quale si attesti, per l’intero anno di riferimento, “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”.

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