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Bonus 200 euro alle partite Iva: attesa sul sì definitivo

 
09 SETTEMBRE 2022

Non esattamente un cantiere aperto, ma una zona grigia su cui pende ancora una nube di incertezza: prima o poi anche il bonus 200 euro agli autonomi e professionisti avrà il suo sospirato “click day”, che alcuni prevedono per il 15 settembre, altri invece per il 20, fatto sta che il decreto attuativo con cui il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il MEF, avrebbe dovuto – già da metà giugno – redigere le regole pratiche di richiesta ed erogazione del bonus per la platea delle partite Iva, tutt’ora rimaste fuori dalla spartizione della “torta” dei 200 euro, tarda ancora ad essere pubblicato in Gazzetta. Il provvedimento sarebbe anche pronto, firmato dai rispettivi ministri Andrea Orlando e Daniele Franco, manca però l’ultimo passaggio per sancirne appunto l’ufficialità.

Per il bonus ad autonomi e professionisti lo Stato ha stanziato una dotazione di 600 milioni di euro nell’anno 2022. Questa platea, al momento ancora teorica, di beneficiari, è solo una delle tante cui il bonus 200 euro è stato destinato. Il Decreto Aiuti, che lo ha introdotto nel maggio scorso, stabiliva appunto che per le partite Iva si sarebbe dovuto attendere l’apposito decreto attuativo di MEF e Lavoro. In ogni caso la modalità di richiesta sarà telematica tramite l’INPS, oppure secondo le procedure che ciascun altro ente previdenziale predisporrà per i propri iscritti non appena l’ufficialità del decreto attuativo consentirà materialmente di rendere operativa la procedura delle istanze sui diversi portali degli enti (l’atteso click day cui accennavamo).

Va da sé che essendo soggetto a un tetto di spesa pubblica (la dotazione di 600 mln), sarà un bonus erogabile fino a esaurimento risorse, quindi non tutti evidentemente avranno possibilità di riceverlo. Oltretutto c’è da mettere in conto il requisito reddituale che farà da sbarramento selettivo: stando infatti alla versione firmata del decreto MEF-Lavoro che circola in rete, l’indennità una tantum di 200 euro sarà corrisposta a condizione che il richiedente abbia “percepito nell’anno di imposta 2021 un reddito complessivo non superiore all’importo di 35.000 euro”, inteso come “reddito personale assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali”, da cui vanno anche esclusi “i trattamenti di fine rapporto, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata”.

Il richiedente dovrà inoltre autodichiarare il possesso di questi altri requisiti:

  • essere un lavoratore autonomo/libero professionista, non titolare di pensione;
  • non essere percettore delle altre indennità di 200 euro rivolte a dipendenti, pensionati o altre categorie;
  • essere iscritto alla data del 17 maggio (entrata in vigore del Decreto “Aiuti” 50/2022) ad una delle gestioni previdenziali dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) o degli
  • enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103;
  • non avere presentato, nel caso di contemporanea iscrizione a diversi enti previdenziali, per il medesimo fine istanza ad altra forma di previdenza obbligatoria.
 
L’erogazione avverrà quindi “sulla fiducia”, cioè in base all’autodichiarazione dei suddetti requisiti, e seguirà un principio cronologico secondo l’ordine di arrivo delle domande accolte. È chiaro, comunque, che sarà prevista una fase di “successiva verifica” anche attraverso “le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detiene informazioni utili”.
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