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Assegno Unico: erogazioni commisurate all’ISEE

 
03 GENNAIO 2022

1° marzo 2022: questa la data in cui cominceranno a essere erogati i primi Assegni Unici Universali. Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri lo scorso 18 novembre del Decreto legislativo sull’introduzione dell'Assegno Unico già si era delineata una fisionomia molto netta della misura economica che in larga parte verrà a scompaginare l’assetto “storico” delle agevolazioni alle famiglie conosciuto sino ad oggi. Di fatto per presentare domanda (l'iter è già operativo dal 1° gennaio) bisogna procedere tramite l'INPS o un ente di Patronato (le sedi del Patronato ACLI sono pronte ad assistervi); sarà bene in ogni caso dotarsi prima di un ISEE valido 2022, perché il valore ISEE è necessario per quantificare l'importo esatto spettante a ciascun nucleo richiedente l'assegno (ai fini dell'ISEE potete contattare CAF ACLI).

Un assegno quindi, come lo definisce la norma, “universale”, vale a dire destinato a chiunque abbia dei figli a carico fino a 21 anni (dai 22 in su restano le classiche detrazioni Irpef), ma soprattutto “unico”, cioè sostitutivo di altre agevolazioni, alcune abrogate già dal 1° gennaio 2022, e altre che lo saranno a partire dal 1° marzo (vedi ad esempio il Bonus Bebè, il Premio alla nascita, gli assegni familiari dell’INPS, ecc). Insomma, quella che si profila all’orizzonte è una bella rivoluzione copernicana in termini di aiuti alle famiglie.

Vediamo allora di tracciare un primo profilo – per quanto possibile “pratico” – sull’assegno, il quale, lo ricordiamo, è stato introdotto su proposta di tre dicasteri: Pari opportunità, Lavoro, e Finanze. Piccola premessa: la ragione per cui l’entrata in vigore è stata messa in calendario a partire da marzo e non subito da gennaio, è in virtù del fatto che non tutti, per varie ragioni, potrebbero essere in condizione di dotarsi subito di un ISEE valido 2022, quindi si è pensato di mettere a disposizione un lasso ragionevole di due mesi entro cui le famiglie potranno organizzarsi ai fini dell’ISEE, per poi essere pronte a fare domanda.


Entriamo adesso nel merito: chi avrà diritto all’Assegno Unico? Qui va fatto subito un distinguo perché le regole cambiano tra figli minorenni e maggiorenni:

  • di base l’Assegno verrà erogato per ogni figlio minorenne a carico, già a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
  • per quanto riguarda invece i figli maggiorenni, l’Assegno continuerà ad essere erogato fino all’età di 21 anni, ma a condizione che i ragazzi rientrino in una delle seguenti casistiche:

 

1. frequentino un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
2. svolgano un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e posseggano un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
3.
siano registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
4.
svolgano il servizio civile universale.

Vi è poi il caso dei figli disabili a carico per i quali l’assegno “eluderà” le regole ordinarie sopra descritte, e quindi verrà erogato senza limiti di età.

Altro capitolo sono i requisiti per poter chiedere l’Assegno. È questo un aspetto slegato dalle soglie economiche ISEE perché, come vedremo, l’ISEE non costituirà un elemento discriminante tra aventi e non aventi diritto, ma solo un “termometro” per modulare gli importi spettanti in base alle condizioni economiche del nucleo; in altri termini, non sarà il livello di ricchezza o di povertà di una famiglia a escluderla o includerla ab origine nel diritto all’Assegno, che sarà quindi destinato a chiunque ne faccia domanda, indipendentemente dal tenore di vita. Sono invece altri gli elementi che determineranno la possibilità o meno di beneficiarne, ovvero il richiedente (cioè uno dei due genitori) dovrà essere in possesso di tutti i seguenti requisiti:

  • della cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero sia cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un'attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o sia titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
  • dell’assoggettamento al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • della residenza e del domicilio in Italia;
  • della residenza in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, o titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno pari a sei mesi.
 
Calandoci invece sul versante economico della questione, ribadiamo anzitutto quanto accennavamo: l’ISEE non sarà uno strumento selettivo ai fini della domanda di Assegno, cioè non taglierà fuori nessuna famiglia dal diritto all’erogazione; sarà però necessario a stabilire la quota mensile spettante in base alle fasce reddituali e alle diverse tipologie di composizione in cui si collocano i singoli nuclei. Cioè ad esempio: due nuclei collocati nella stessa fascia economica ISEE da 0 a 15.000 euro, ma il primo con uno solo figlio minore e il secondo con tre figli (uno minorenne e due maggiorenni), è chiaro che avranno diritto a trattamenti ben diversi; stesso ragionamento nel caso di due famiglie con gli stessi figli, ma collocate in due fasce economiche differenti.

Insomma, questo per dire che le sfumature possono essere molteplici, e che l’ISEE rappresenta l’unica vera chiave di accesso per garantirsi un trattamento commisurato alla conformazione del nucleo. Tuttavia va specificato che anche in assenza di un ISEE valido, il trattamento, se richiesto, potrà comunque essere erogato, solo che in questo caso, venendo a mancare la base di raffronto economico, verrà assegnata al nucleo l’erogazione minima prevista, ovvero quella destinata ai nuclei con ISEE al di sopra dei 40.000 euro.
 
Luca Napolitano

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